Lucignano
d'Asso esprime più la storia con la esse maiuscola che quella
documentata dagli annali dei Grandi Avvenimenti. I tenui colori
delle sue mura, un'architettura di bellezza pacata e l'insediamento
in uno straordinario ambiente naturale, ancora mirabilmente
intatto, parlano delle mille faccende quotidiane che nel corso
dei secoli hanno plasmato la vita rurale in questo lembo meridionale
della Toscana: un'agricoltura incentrata sulla qualità piuttosto
che la quantità, e l'artigianato di vasai, fabbri e scalpellini.
Nascosto tra le Crete Senesi, il grazioso borgo testimonia
come il passato, conservato con amorevole rispetto, possa
vivere nel presente e fornire ispirazione per il futuro. Soggiornare
a Lucignanello Bandini, immergersi in un paesaggio di dolci
colli punteggiati qua e là da un solitario cipresso, lasciarsi
incantare dal luccichìo degli olivi mossi dalla brezza significa
ritrovare la quiete interiore che deriva dal rinnovato contatto
con attività i cui ritmi rispecchiano quelli del mutarsi delle
stagioni. |
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Nonostante
la vicinanza alle grandi mete turistiche del Centro Italia, Lucignano
d'Asso ha saputo conservare non solo l'aspetto ma anche l'atmosfera
di un'epoca passata, spesso rimpianta e forse anche idealizzata.
Il paesino consta di due vie e due chiese, poche case, una vecchia
bottega, la casa nobiliare con il giardino curato, l'antica fontana.
Tutt'attorno, l'oceano mosso delle Crete; e a definire il rapporto
tra terra e cielo, l'imponente sagoma del Monte Amiata, vulcanica
fonte delle acque termali che sgorgano in molte località delle
vicinanze.
Abitato
già in epoca romana, Lucignanum Longassum assunse la sua forma
definitiva nel Medioevo, entrando a far parte del contado senese
e per ciò costretto a pagare un tributo straordinario per far
fronte agli ingenti debiti che Siena si era accollata per la guerra
contro Firenze. Nel 1318 il castello apparteneva ai Tolomei, ma
un documento del 1485 rivela che già in quella data Lucignano
era di proprietà degli "eredi di Agnolo di Niccolò di Piccolomo
Piccolomini", una delle famiglie che segnarono con il loro nome
numerose tappe della storia sociale e religiosa d'Italia.
A
Lucignano una storia fatta di illustri personaggi si immedesima
con una vita fatta di cose semplici. L'atmosfera nel borgo riflette
la tranquilla cordialità di chi percepisce il tempo come un flusso
continuo che esige rispetto per esprimere la sua potenziale armonia.
Questo senso di equilibrio ha anche una sua valenza fisica, che
si nota nella scala del paese e del paesaggio. Essere a misura
d'uomo è oggi cosa rara. Eppure in questa zona pare naturale,
poichè deriva direttamente dal concetto rinascimentale dell'Uomo,
centro e misura dell'universo che abita.
Che
la vita quotidiana in quest'isola felice sia ancora imperniata
sull'idea che un' ambiente armonioso debba accompagnare lo svilupparsi
della società civile si capisce dalle cose piccole e grandi. A
Lucignanello Bandini è già evidente nella cura con cui le case
sono state ristrutturate e arredate. L'articolazione degli spazi
è dovuta a Paolo Alberto Rossi, docente di restauro architettonico
rinomato per la sua abilità nel conciliare le esigenze di oggi
con il patrimonio di ieri. E l'arredamento degli interni è opera
di Vera Marzot, già nota al pubblico della lirica per i suoi costumi
teatrali. In ognuna delle cinque case del Borgo, nonchè nell'indipendente
Casa Sarageto, i due specialisti hanno creato ambienti in cui
gli spazi e i materiali che lo contengono complimentano la meraviglia
delle luci, i colori e le forme dell'esterno: i toni chiari del
travertino locale, il rosso invitante del cotto, il legno segnato
dalle stagioni, decori murali a tempera, delle rare ceramiche
artigianali, la canapa, la tela stampata a disegni vivaci, il
cotone tessuto a motivi jacquard.
In
una prospettiva più ampia, lo stesso rispetto per contesto e particolare
è altrettanto tangibile nei vicini paesi di Montalcino e Pienza,
entrambi chiaramente visibili da Lucignano. Ultimo baluardo della
repubblica senese dopo la caduta della città nelle mani dei Fiorentini
nel 1555, Montalcino conserva nel suo bellissimo Museo Civico
un'eccezionale serie di dipinti e sculture della Scuola Senese
del tardo medioevo e una colleazione di ceramiche primitive montalcinesi
di grande interesse. E se Montalcino porta i segni delle vicende
storiche di un periodo importante, Pienza è l'espressione della
lungimiranza ideale di un uomo singolare. Enea Silvio Piccolomini,
che nel 1458 divenne papa Pio II e così diede inizio alla trasformazione
del suo paese natale in un gioiello di architettura rinascimentale,
da allora chiamato Pienza, per l'appunto.
Mentre
in altre zone della Toscana si sono sviluppate industrie che hanno
contribuito all'economia ma detratto dalla bellezza del paesaggio,
le Crete Senesi e la confinante Val d'Orcia si sono sostanzialmente
attenute alla loro originaria vocazione agraria. Oggi questo significa
prodotti alimentari di particolare qualità, frutto di metodi artigianali
e procedure tradizionali che si tramandano da generazione in generazione.
Indubbiamente i più noti di questi prodotti sono il Brunello di
Montalcino e il Vino Nobile di Montepulciano, quei grandi vini
rossi che accompagnano alla perfezione i saporiti piatti creati
con la cacciagione che abbonda nei dintorni: fagiano, quaglia,
lepre, cinghiale...Sempre più richiesti, anche all'estero, sono
pure i pecorini ottenuti dal latte dei greggi dei pascoli di Pienza.
In tempi recenti, i buongustai hanno anche dimostrato un particolare
interesse per l'olio extra vergine spremuto a freddo dalle olive
coltivate con metodi biologici sulle colline tra Lucignano, Montisi,
Trequanda e Castelmuzio, dove la qualità del terreno, l'aria asciutta
e la lieve brezza che dà respiro anche all'estate più calda fanno
sì che i trattamenti chimici sono del tutto superflui. La famiglia
Piccolomini Naldi Bandini è giustamente fiera della propria produzione
di olio d'oliva, premiato recentemente come uno dei migliori della
Toscana.
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Piaceri
semplici ma rari di questo genere fanno parte del soggiorno
a Lucignanello Bandini. Per molti ospiti, si tratta di un'esperienza
che infonde nuova vita ai paesaggi intravisti nella pittura
dei grandi Maestri del Trecento senese. Perchè ciò che prima
sembrava una rappresentazione astratta e idealizzata della
natura, si rivela poi di un realismo quasi sconcertante. Simone
Martini e i Lorenzetti dipingevano quello che vedevano: un
paesaggio magico che è cambiato poco ai nostri giorni. |
Lucignano
d'asso is living history, in the sense that it perfectly embodies
the myriad unrecorded events of daily life that quietly shape
rural reality over a period of many centuries. An eloquent testimony
of the discreet dignity of tradition, this charming hamlet reveals
how the past can be lovingly preserved as a source of inspiration
for the future. To stay at Lucignanello Bandini, immersed in a
landscape of gentle, undulating hills and deep, rich colors, to
walk beside wheatfields that ripple in the breeze, to muse among
the silver shimmer of olive groves is to enjoy the inner quietude
that derives from renewed contact with activities whose rythms
reflect those of the changing seasons.
Situated
in the southernmost tip of Tuscany, an hour's drive from Siena,
Lucignano d'Asso is a tiny village consisting of two stony roads,
two churches, a castle, a quaint little store and a number of
smaller houses that look out across rolling fields and patches
of woodland towards the reassuring outline of Mount Amiata, a
visual point of reference for many miles around. The muted pinks,
bieges and pale ochers of Lucignano's ancient walls perfectly
harmonize with the palette of the "Crete Senesi", the Sienese
Claylands whose rich, pliant soil forms the body of those warm-hued
terracotta pots and urns that are a feature of the area. This
part of Tuscany is a hidden jewel of unspoilt beauty, a sort of
Eden that has somehow escaped the devastating effects of modernity.
Though
inhabited since Roman times, it was during the Middle Ages that
Lucignano acquired its dinstinctive urban shape and architectural
identity. A document drawn up in 1485 reveals that by that date
the castle itself and the houses pertaining to it already belonged
to the Piccolomini family, whose name is associated with numerous
episodes in the social and religious history of Italy.
Despite
such august beginnings, a quiet cordiality prevails both in the
village itself and indeed in the sorrounding area. This is partly
due to the natural courtesy of people whose lives have not lost
the human touch; partly to an innate sense of scale, to the Renaissance
conviction that man should be the measure of the universe in which
he lives.
Daily
life in this precious enclave of central Italy is still informed
by the belief that a harmonious environment must underlie every
civil society. At Lucignano this is evident in the care that has
gone into creating confortable, well-appointed accomodation within
a demanding historic context. Under the skillful guidance of Paolo
Alberto Rossi, one of Italy's foremost experts in architectural
restoration, the five houses within the hamlet and the independent
Casa Sarageto all show how interior space, the building materials
that contain it and the landscape outside can be reconciled in
a constant interplay of light, color and form. Even the swimming
pools blend in with their surroundings. With furnishings selected
and devised by Vera Marzot, the costume designer renowned for
her contribution to Italian opera productions, each home offers
a beautifully balanced mixture of texture and tone: the pale-beige
of local travertine, the warm hues of terracotta, seasoned wood,
trompe-l'oeil motifs, unusual hand-painted ceramics, hessian,
canvans, pale jacquard textiles and bright printed cottons.
In
the wider perspective, the same respect for context and detail
is tangibly present in the neighboring towns of Montalcino and
Pienza, both of which are clearly visible from the village. In
1555 Montalcino became the last bastion of the proud Sienese Republic
before it succumbed to the Florentines and was absorbed into the
Grand Duchy of Tuscany. This accounts for its imposing fortress
and the wealth of superb paintings and sculptures that make its
beautifully renovated Museum such a remarkable attraction. As
for Pienza, it was built between 1458 and 1462 at the behest of
another Piccolomini, Enea Silvio, who decided to turn his home
town into a jewel of Renaissance architecture when he became Pope
Pius II (hence the name "Pienza"). While other parts of Tuscany
have developed industries that have done much the economy but
little for the landscape, the area of the "Crete Senesi" and the
neighboring Val d'Orcia have largely remained true to their early
agricultural vocation. Today this means local products of outstanding
quality, made with traditional methods and skills that are handed
down from father to son. The best-known of these are doubtless
Montalcino's distinguished Brunello red wine and the Vino Nobile
of Montepulciano, both of which accompany to perfection dishes
based on the game that is so abundandt in the area: pheasant,
quail, hare, wild boar...Likewise, the Pecorino cheeses made with
ewe's milk from the Pienza pastures are now in demand among gourmets
at home and abroad. More recently, discerning palates have come
to take a particular interest in the exceptionally fine olive
oil pressed from olives grown on the hillsides between Lucignano,
Montisi, Trequanda and Castelmuzio, where the quality of the soil,
the dry air and light breeze ensure that no chemical treatments
are required to obtain an optimal crop of fruit. The Piccolomini
family is rightly proud of the award-winning cold-pressed virgin
olive oil obtained from olives grown on the family property at
Lucignano d'Asso.
Simple
but rare pleasures of this sort accompany any sojourn at Lucignanello
Bandini. For many visitors, it is an experience that brings new
life and depth to the landscapes glimpsed in the Sienese paintings
of fourteenth century. For what seemed to be a portrayal of symbols,
of abstracted and idealized nature, turns out to be tangible reality.
Simone Martini and the Lorenzetti were painting what they saw:
a magical landscape that has changed little to this day.