CENTRO
STUDI MARIO LUZI
"LA BARCA" Un caro amico |
Fernaldo Flori nasce ad Abbadia San Salvatore il 3 gennaio
1915 da una famiglia di minatori. La sua infanzia sull'Amiata, così
come quella del conterraneo e amico Padre Ernesto Balducci, fu assai
povera ma calda di affetti e con la memoria devota dei familiari. Ancora
fanciullo scende a Pienza per entrare nel Seminario Vescovile dal quale
non si sarebbe più distaccato fino alla sua morte avvenuta il 10 febbraio
del 1995. Divenuto sacerdote, sempre nel Seminario, inizia la sua missione
di insegnate e maestro per molte generazioni di sacerdoti, assumendo
per tantissimo tempo il ruolo di vice Rettore e poi, per ultimo quando
ormai il Seminario stava per chiudere, anche di Rettore. Oltre alla
sua attività di insegnate è stato per cinquanta anni parroco di S. Anna
in Camprena e per quaranta parroco di Cosona. Piccole parrocchie di
campagna, segnate nel corso degli anni cinquanta dall'esodo rurale,
che portò nel giro di pochi anni al pressoché totale svuotamento delle
campagne. Il Flori seppe tuttavia legarsi profondamente con i pochi
parrocchiani instaurando nel tempo con loro un bellissimo solidale rapporto
sia umano sia pastorale. Uomo di vastissima cultura, è stato un prezioso
punto di riferimento, per quasi tutti i sacerdoti della Diocesi che
lo hanno avuto come insegnante; per i suoi parrocchiani, ma anche per
i molti amici che trovavano in lui una guida sicura, un eccezionale
maestro. Studioso attento di teologia e di letteratura, sia antica sia
moderna, affidava le sue riflessioni, prose e versi, a preziosi diari,
che raramente mostrava a qualche amico. La sua forte personalità e sapienza
attirarono verso il Seminario pientino importanti uomini di cultura
tra la quale: Carlo Betocchi, Geno Pampaloni, Elio Fiore, Carlo, Bo,
Mario Specchio, Leone Piccioni. Fu proprio Leone Piccioni che negli
anni settanta, presentò Don Flori al Poeta Mario Luzi. Da allora nacque,
consolidandosi sempre più nel tempo, un'amicizia fraterna, che portò
Luzi a passare ininterrottamente tutte le estati a Pienza, ospite di
Don Flori nell'ormai vuoto seminario. Un appuntamento caro ad entrambi.
Durante quei mesi estivi, quelle lunghe conversazioni, sono nate alcune
tra le più belle pagine del poeta fiorentino (vedi il libro: Viaggio
terrestre e celeste di Simone Martini, ed. Garzanti, e le poesie: Pasqua
Orciana, ed Eglise dedicata proprio a Don Flori). Dell'importanza dell'amicizia
con Don Flori, Luzi parlerà spesso in interviste e libri fra i quali:
La Porta del cielo, edizioni Piemme, Colloquio con Mario Specchio, edizioni
Garzanti. Anche Leone Piccioni ha scritto spesso su Don Flori, indicandolo
sempre come maestro e poeta di autentico valore. Le Opere: Dopo diversi
scritti per lo più di carattere sacro, pubblicati via via dall'Osservatore
Romano, alcune sue poesie furono pubblicate nella prestigiosa rivista
L'Approdo a cura di Leone Piccioni, suscitando subito grande interesse.
Due anni fa, per iniziativa di amici e studiosi, tra i quali, Leone
Piccioni e Don Ivo Petri, la Fondazione del conservatorio San Carlo
Borromeo pubblicò con le edizioni Piemme, il volume "Crogiolo Perenne"
contenente, come scrive Luzi, nell'introduzione "immagini, sensazioni,
annotazioni critiche, appunti di teologia, poesie in un perenne crogiolo
di intuizioni e invenzioni". Ma i quaderni che Don Flori ha riempito
per decenni e che ha lasciato sono molti, si spera che siano presto
ripresi e pubblicati.
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