Una
realizzazione
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C'è una Val d'Orcia che riteniamo non abbia bisogno di presentazioni: Pienza, Montalcino, San Quirico, l'Abbazia di Sant'Antimo, con i loro tesori d'arte e le preziose vestigia storiche, costituiscono da tempo, del tutto comprensibilmente, un solido riferimento per quel turismo culturale che trova tanti stimoli in questi territori. Accanto a quelli indicati, esistono, tuttavia, altri luoghi, altre emergenze architettoniche, altri paesaggi, più defilati e, dunque, meno conosciuti, in cui la storia (particolarmente quella dei secoli tardi del medioevo) ha lasciato segni di grande suggestione e di sicuro interesse. Gli itinerari che si propongono intendono, appunto, avviare alla scoperta di queste contrade più appartate, nella certezza che dalla loro conoscenza associata a quella dei centri maggiori potrà derivare un'immagine del territorio valdorciano non solo più ricca ma anche più vera.
Primo Itinerario
Il lembo di Val d'Orcia cui fa riferimento la prima proposta
è situato al confine con la Maremma grossetana, in prossimità
della confluenza dell'Orcia nell'Ombrone; servito in buona parte solo da strade
bianche (di agevole percorribilità), è certamente fra gli angoli
meno frequentati e più suggestivi del territorio valdorciano. Alla
rara bellezza dei paesaggi, dominati dalla sagoma incombente dell'Amiata ed
aperti sulle increspature collinari della Maremma interna, si aggiunge la
presenza di fortilizi e piccoli insediamenti paesani, la cui visita ha ben
poche possibilità di risultare deludente. Si tratterà di inserire
nell'itinerario almeno i seguenti siti: S. Angelo in Colle, paese di impianto
medioevale che offre viste incantevoli sulla Val d'Orcia, l'Amiata e la Maremma;
Argiano, che del castrum tardomedioevale conserva pochi tratti di mura e una
parte del cassero (in stato di conservazione assai precario); Poggio alle
Mura, solido ed imponente fortilizio articolato intorno ad un ambio cortile
quattrocentesco, oggi sede del museo del Vetro; nei pressi, l'antica Pieve
di S. Sigismondo; Camigliano, piccolo borgo che conserva alcune tracce dell'insediamento
medioevale.
Secondo Itinerario
Base di partenza è, in questo caso, Castelnuovo dell'Abate, paese ubicato
nella collina che domina da Mezzogiorno l'Abbazia di Sant'Antimo. L'interesse
che quest'ultima motivamente suscita nei visitatori finisce troppo spesso
con l'oscurare le attrattive di cui anche Castelnuovo non è prima:
il palazzo del Vescovo, il tardo-rinascimentale palazzo Bellanti, gli affreschi
di Ventura Salimbeni conservati nella parrocchiale (bisognosi di un restauro
che non può più attendere) rappresentano, al di là della
piacevolezza del luogo, altrettanti motivi per programmare una sosta castelnuovese.
Nei dintorni del paese meritano un escursione la cava di onice, l'antico ponte
sulla Starcia, il fortilizio de La Velona, raggiungibile con una breve deviazione
(a piedi) della strada che reca da Castelnuovo a Monte Amiata Scalo.
Terzo Itinerario
Percorrendo una strada bianca che parte da San Quirico d'Orcia si possono
raggiungere in breve tempo le silenziose case del medievale castello di Vignoni
e, qualche chilometro oltre, l'insediamento di La Ripa, con vista non poco
suggestiva sulle "gole" dell'Orcia. Sulla via del ritorno, l'ennesima
strada bianca consentirà di arrivare direttamente da Vignoni alla sottostante
stazione termale di Bagno Vignoni. costruita nel medioevo attorno al vascone
di raccolta delle fumiganti acque solforose. A breve distanza da quest'ultima
località si ergono le imponenti fortificazioni di Spedaletto, grancia
dell'ospedale senese della Scala: un luogo che neanche il più frettoloso
itinerario valdorciano dovrebbe ignorare.
Quarto Itinerario
Nel territorio del comune di Castiglione d'Orcia, ormai sulle pendici dell'Amiata
(e, dunque, in quella zona di contatto valdorciano - amiatina ricca di peculiarità
storiche-culturali) meritano l'attenzione del visitatore - oltre, beninteso,
la formidabile Rocca salimbeniana di Tintinnano (Rocca d'Orcia) - il paese
di Campiglia d'Orcia, sovrastato dai resti della rocca della Campigliaccia
(o Campigliola) e la stazione climatica di Vivo d'Orcia, ubicata nei luoghi
dell'antico monastero di San Pietro del Vivo. Quest'ultimo si propone oggi
nelle forme cinquecentesche di una grande costruzione tradizionalmente attribuita
ad Antonio da Sangallo il Giovane. Nel capoluogo Castiglionese si visiterranno
almeno la bella piazza principale e la pieve dei Ss. Stefano e Degna, con
facciata del XV secolo.
Quinto Itinerario
Ci muoviamo questa volta in quel settore delle campagne valdorciane che, ad
occidente di Pienza, va approssimandosi alla Val di Chiana. L'itinerario ha
come principale riferimento Monticchiello, il cui nome si è legato
nell'ultimo trentennio alle raprpesentazioni del Teatro povero, autentico
laboratorio di cultura valdorciana.
Chiuso nelle sue antiche mura e dominato dagli edifici della rocca, il paese
conserva, fra l'altro, la bella chiesa duecentesca dei Ss. Leonardo e Cristoforo,
la cui alta facciata gotica presenta un portale ogivale e un rosone di grande
eleganza.
Prossimo a Monticchiello è il fortilizio del Castelluccio, con le vicine
ville di La Foce e Chiarentana (quest'ultima, antico castrum medievale). La
strada (bianca) che reca a Chiarentana prosegue inerpicandosi fino ai 776
metri di Castiglioncello del Trinoro, località dalla quale si gode
una splendida vista della Val d'Orcia.
Sesto Itinerario
Si comincerà, in questo caso, con la visita di Radicofani, che arroccata
su di una rupe basaltica, domina, con l'inconfondibile profilo della sua rocca
(recentemente restaurata), spazi di eccezionale ampiezza.
Muovendo dal paese, potranno costituire meta di altrettante escursioni l'abbazia
di Spineta e il monastero camaldolese di San Piero in Campo, a breve distanza,
quest'ultimo, dal borgo di Contignano, sospeso entro i vuoti e lunari paesaggi
dell'alta Val d'Orcia.